Povera ragazzina illusa!
Il nervoso che ti mangia lo stomaco, più di una settimana per decidere cosa indossare e tante tante aspettative..
Ma basta solo un giorno o meglio bastano poche ore, per buttare nel cesso le farfalle nello stomaco di tre mesi di sguardi e ammiccamenti.
E quella mattina arriva. Ti alzi, fai colazione senza caffè perché sei già isterica di tuo, ti prepari metti gli stivali neri, quelli nuovi con il tacco, i leggings neri, il maglioncino largo color prugna, ti trucchi e sistemi i capelli nel migliore dei modi.
Esci da casa e tra le salite e i crateri delle strade di Roma ti penti, leggermente, di aver scelto di fare la figa indossando i tacchi invece delle all star gialle, decisamente più comode, ma ti ripeti che al rientro a casa ne sarà valsa la pena e quindi tieni duro.
Quindi prendi i mezzi pubblici necessari per arrivare a destinazione e fatichi tantissimo per tenerti in equilibrio su te stessa perché ovviamente di posti a sedere non se ne parla proprio.
Finalmente la tua fermata e nello scendere chi incontri??? L’amico suo che ti guarda perchè ti riconosce e perché obbiettivamente il tacco aiuta la figura femminile [(donne il tacco aiuta)]; e visto che non vogliamo farci mancare nulla dalla fermata dell’autobus all’entrata della società percorriamo un altro tratto di strada [più o meno 4/5 minuti di camminata veloce (con scarpa comoda adeguata) e 7/8 minuti (con passo da bradipo zoppo)] ovviamente tutto in salita e pieno di buche ma al concludersi di questa Odissea voi direte “basta” “sei arrivata” naturalmente NO! -.-’ [Ah, l’amico suo ovviamente è partito in quarta e l’ho perso di vista, ma annuncerà di certo l’ arrivo quindi è un punto a favore].
Arrivi davanti al cancello della società, dove ti blocchi perché ad un tratto ti é salita la paura, una fitta allo stomaco tremenda, ti tremano le gambe e non capisci se è la stanchezza che ti procurano i tacchi oppure no. Due o tre respiri profondi e si riparte con l’ultimo tratto di strada da percorrere e finalmente possiamo cantare vittoria (per ora).
Rifocillamento al bar con ex collega felicemente ritrova e sosta la bagno (di questo posto mi è sempre piaciuto il fatto che tutti i bagni sono muniti di specchi <3 non è il fatto di essere vanitosa ma, dai, lo specchio in bagno è necessario) e pronta!
Faccio il mio ingresso nell’edificio dove, come previsto, iniziano abbracci e sbaciucchiamenti di gente che ti dice “ma quanto stai bene” “ti vedo in forma” -.- e ai quali vorresti rispondere “non mi hanno rinnovato il contratto ma non sono mica andata in guerra” ma, presa coscienza che non li vedrai più, ti appiccichi il più bel sorriso che puoi in faccia e via.
Percorri il corridoio e senti il battito accelerare e finalmente eccolo apparire. Alto, bello e con la polo gialla. Aah, la polo gialla! È semplicemente la maglietta, di sua proprietà, di cui mi sono innamorata. Beh perchè il giallo risalta i suoi colori mediterranei e lo rendono ancora più bello.
Non chiedo di più, o forse si, per esempio un po’ di considerazione. Calcolando il fatto che non ha incrociato il mio sguardo di proposito (e so che l’ha fatto di proposito) ma quando credeva che non lo vedevo mi cercava. Come vogliamo chiamarla
Io non volevo che lui facesse niente, io volevo solo guardarlo sorridergli e fargli cenno di venire fuori un secondo il tempo che lui si fumasse una sigaretta e il tempo necessario per improvvisare un discorso che comprendesse un invito per un caffè sabato mattina.
Non doveva fare nulla lui, ma guardarmi, quello si!
Non volevo crederci. Continuavo a guardarlo in modo che lui si girasse, pensavo “vabbè magari non mi ha vista” invece no, mi aveva vista e non ha voluto incontrare il mio sguardo… Perché?
PERCHE’?
Come vogliamo chiamarla codardia, orgoglio, timidezza, paura??? O semplicemente perché non gli interessa un cavolo di me…. Semplicemente non gli piacevo abbastanza…..
E allora mi chiedo invece di perdere tempo con lui avrei potuto ricambiare in modo più intenso i sorrisi, sguardi e buongiorni vari di altri ragazzi che me ne chiedevano solo la possibilità.
C’era Lorenzo, Marco, l’alto con gli occhiali (carinissimo), Valerio. Invece no, NO, io stupidamente mi sono intestardita con lui, solo lui volevo, solo lui continuo a volere e mi ritrovo nuovamente a pensare che probabilmente io non sono fatta per amare qualcuno realmente, non sono fatta per un rapporto stabile con una persona in carne e ossa. Mi ritrovo a sentirmi inappropriata, ferita, destinata al niente, sola e sempre meno propensa a fidarmi delle persone…….
Non lo so, magari mi sbaglio su tutto e c’è una spiegazione al suo comportamento, ma è molto più semplice per me dare la colpa a lui e pensare che è lui il bastardo.. è molto meno doloroso che pensare di essere stata rifiutata, ancora............................……..
Coglione! Stupida! Fanculo! Scusate!
Che stupidi che siamo,
quanti inviti respinti, quanti...
quante frasi non dette,
quanti sguardi non ricambiati...
tante volte la vita ci passa accanto
e noi non ce ne accorgiamo nemmeno.
[Le fate ignoranti]