martedì 26 novembre 2013

Semplici "dettagli".

"E quindi? Ti è piaciuto?? Lui com'è???"
"Beh... E' stato... Lui..."

Non ho saputo rispondere. Non sapevo cosa dire. In che maniera descriverlo.
Non sono nemmeno riuscita a capire se mi fosse piaciuto o no.
E pensare che quando parlavo di LUI, di Stefano, del MIO Stefano, non avrei mai smesso; trovavo sempre le parole giuste, sapevo come descrivere ogni singolo dettaglio, ho sempre saputo dire se mi piacesse o no. E mi piaceva. Dio se mi piaceva. Anche se non l'ho mai avuto.

Mentre lui, un insignificante lui, non mi ha fatto provare niente ed è stato "la mia prima volta".
Semplici "dettagli", che fanno la differenza.

domenica 17 novembre 2013

Ivan Tresoldi











Tu non è vero che non credi più nell’amore.
Tu non credi più nelle persone, è diverso.
Non credi a quegli occhi dolci, alle lacrime facili; non credi a quei “ti amo” detti quasi per dovere.
Ma tu, all’amore ci credi ancora.
Ai battiti che aumentano, alle mani che sudano dall’agitazione, agli occhi lucidi e alle gambe che tremano.
Tu ci credi nell’amore, e spiacente, ma non spetterai mai di farlo.
 
-Michela La Fauci.

Stronza, cinica e rompipalle che non sono altro.

martedì 5 novembre 2013

Romy

Stavo pensando che vi regalo sempre la parte più triste di me, che non vi racconto mai di quando sono felice, spensierata, carica; non vi racconto mai delle persone che ci sono nella mia vita e che non sono di passaggio, ma sono quello su cui posso contare; non vi racconto mai di quando passo una bella serata o mi diverte qualcosa in particolare. Insomma, mi sono resa conto di essere un sacco PESANTE!

Per esempio, sono stata a Londra (e questo lo sapete), ho conosciuto gente e ho vissuto i più bei giorni della mia vita, ma non ve li ho raccontati: mi sono soffermata sulle cose brutte, sulla malinconia che provavo nel rientro a Roma eccetera eccetera.

A Londra ho conosciuto Romy, un bel ragazzo arabo con la pelle mulatta, capelli scuri e occhi neri.
Lavorava nel mercato vicino al negozio del mio boss e per questo ci incontravamo tutti i giorni.
Ogni mattina andavo al mercato a comperare la frutta e la verdura per il negozio e lui era li, con il camice che serviva i suoi clienti.
Lavorava ad un banchetto di prodotti gastronomici arabi con suo cugino e altri parenti.
La prima mattina che l’ho visto mi ha sorriso e io ho educatamente risposto al sorriso, ma il giorno seguente è venuto da me e mi ha chiesto come mi chiamavo e dove lavoravo.
La conversazione non è andata molto oltre visto che il mio inglese non era il massimo e infatti più di qualche volta ho consultato il traduttore dello smartphon per farmi capire.
Le mattine seguenti  ci salutavamo e guardavamo intensamente e dopo qualche volta mi ha chiesto di prendere un caffè insieme e ovviamente ci sono andata.
Siamo stati benissimo e ci siamo baciati e dopo il primo bacio non riuscivamo a staccarci l’uno dall’altra.
Ci siamo visti per altre volte e c’è sempre stata quella magia che non mi faceva evitare di baciarlo, toccarlo o semplicemente guardarlo. Fino all’ultimo incontro…

L’ultima volta che l’ho visto era diverso, era strano e poi ho capito. Mi ha raccontato di avere una moglie e che non riusciva ad andare oltre con me per il senso di colpa che provava, è stato un oretta buona a scusarsi e non  faceva altro che ripetere che ero fantastica e che si faceva schifo per  avermi presa in giro. Mi ha spiegato che inizialmente voleva solo fare lo stupido e che sarebbe dovuta finire in una camera da letto e niente di più, ma che poi mi ha conosciuta ed è stato diverso.

Io semplicemente credo in tutto questo perché l’ho guardato negli occhi mentre pronunciava ogni singola parola. Era sincero, lo so e mi basta.
 Sono stata male per lui, ma il ricordo che ho del tempo passato insieme è felice.